Clinical oriented e con portfolio diversificato. Ecco la pharma che ama il digital

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Il settore farmaceutico è indietro rispetto ad altri nell’utilizzo del digitale, ma sta rapidamente recuperando posizioni. E alcune aziende si stanno muovendo meglio di altre. Sulla base di alcune caratteristiche comuni. Secondo il consulente statunitense Todd Skrinar, esperto di leadership strategy di Ernst & Young le aziende più inclini ad adottare un approccio digitale avrebbero “una propensione alla collaborazione per quel che riguarda le evidenze basate sul real-world”. Inoltre, avrebbero un approccio di leadership oreintato allo sviluppo clinico, monitorato, con strumenti innovativi, anche da remoto. Queste aziende, poi, puntano “a creare una popolazione più sana a livello globale”. Un obiettivo che “non vedono come un conflitto”. Per questo le aziende a maggior vocazione digitale, mentre cercano di fare progetti a favore delle popolazioni in via di sviluppo, che non hanno accesso a una buona assistenza, mettono alla prova gli approcci più innovativi, che potrebbero poi risultare utili nell’applicazione a mercati più vasti. Ma forse la più importante caratteristica comune di queste aziende è “l’apprezzamento per le cose fatte da operatori non-tradizionali”. Si tengono aggiornate su ciò che stanno facendo le più avanzate aziende di tecnologie digitali, come Amazon o Apple, e valutano come queste innovazioni potrebbero influenzare alcune delle loro linee di business più tradizionali. Infine, le aziende a maggior vocazione digitale sono quelle con i portafoglu diversificati, spesso con BU di generici e di farmaci da banco, oltre che di specialità farmaceutiche, questo perché chi ha numerose strategie può più facilmente prendere rischi, come appunto investire nel digitale.

 

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